PRIDE 2023

Il mese del Pride 2023, giunto a metà della sua strada, procede allegramente, disseminando di colori, musica e rumore le strade e le piazze italiane. E le prossime due settimane assisteranno a nuove, vivaci, multiformi iniziative per sostenere e rafforzare l’orgoglio LGBTQIA+.

Una comunità, quella LGBTQIA+, in grado oggi di sfoderare numeri del tutto rilevanti: un sondaggio Ipsos pubblicato in occasione del Pride Month e condotto in 30 nazioni del mondo ricela che in Italia il 9% della popolazione si dichiara LGBTQIA+, il 61% degli Italiani è favorevole al matrimonio egualitario e che il 64% della popolazione interpellata dice sì alle adozioni per le coppie dello stesso sesso.

La produzione letteraria che si occupa di questioni di genere, tra discriminazioni, inclusività, riflessioni linguistiche, politiche e sociali, è vasta e variegata. Abbiamo però individuato alcuni titoli usciti quest’anno, che per originalità e spessore ci sembrano particolarmente meritevoli.

IL CORAGGIO CHE VERRÀ, esordio letterario di Sara Poma, autrice e curatrice di contenuti audio per Chora Media, uscito a gennaio 2023, ricostruisce la storia di Maria Silvia Spolato, prima italiana a rivendicare la propria omosessualità nel 1972, nel corso di una manifestazione. Ripercorriamo dunque la sua infanzia a Padova, il primo amore, la carriera di insegnante, le discriminazioni subite, gli anni vissuti da clochard, l’incontro tardivo con persone che hanno saputo amarla. Ma il libro è più di una biografia, poiché intreccia alla vita di Spolato quella dell’autrice: «Quando Maria Silvia comincia seriamente a sparire, io, indiscutibilmente, comincio a esistere su questa terra. È come se il nostro passaggio nel mondo si sia sfiorato in un gioco di alternanze, dove io compaio dentro la mia vita e lei scompare dentro la sua».

COSE DA MASCHI, di Alessandro Giammei, critico letterario e scrittore, docente universitario di letteratura italiana a Yale, uscito a marzo di quest’anno, è un vero e proprio inventario di simboli che definiscono la differenza tra maschile e femminile. Ma se nell’oggi, in quest’epoca fluida e immateriale, interroghiamo con autentica onestà la cosiddetta mascolinità emergono, piuttosto che i vecchi elementi stereotipati, le ambizioni e i sogni di chi lotta perché la tribù dei maschi diventi inclusiva, consapevole dei propri miti e dei propri privilegi.

BABA, prima prova narrativa di Mohamed Maalel, padre tunisino e madre pugliese, pubblicato a maggio da Accento, casa editrice fondata soltanto pochi mesi fa da Alessandro Cattelan e diretta da Matteo B. Bianchi, è un romanzo di ispirazione autobiografica che affronta i temi della famiglia, dell’appartenenza e dell’identità.

Dopo un’infanzia travagliata, vissuta a metà tra due culture, il protagonista, Ahmed, raggiunge baba (in tunisino, papà), in ospedale. Di qui, una lunga conversazione ripercorrerà i viaggi dall’Italia alla Tunisia, il trauma della circoncisione, le incomprensioni e i non detti, nella speranza di una riconciliazione, ma anche nel tentativo di ascolto e comprensione.

«Baba, avrei dovuto scriverti una lettera. Ti ho scritto una storia».

Sempre del mese di maggio la pubblicazione di INDIETRO NON SI TORNA, della politica e attivista, prima consigliera transgender del Comune di Milano, Monica J. Romano, con la prefazione di un altro noto politico ed attivista italiano, Alessandro Zan. Il libro, scritto volutamente in prima persona per sgomberare infingimenti, affronta il tema dell’identità di genere sia nello snodo delle vicende personali che dal punto di vista della scienza, della legge e della politica. Fondamentale, per percorrere con successo la strada che conduce a essere pienamente se stessi, senza necessariamente appartenere alla comunità LGBTQ+, sono sia la famiglia che la società, poiché «se migliora la società, migliora il terreno su cui si fortificano i diritti civili».

È uscito per i tipi di Fandango lo scorso 16 maggio DISPHORIA MUNDI, un saggio “universale” in cui lo scrittore e filosofo spagnolo Paul B. Preciado, a partire dalla diagnosi di disforia decretatagli dagli psichiatri che lo ha indotto a sentirsi «una breccia culturale, una categoria paradossale, una crepa nella storia naturale dell’umanità, un buco epistemico, una frattura politica, un abisso religioso, un affare psicologico, una eccentricità anatomica, un gabinetto di curiosità, una dissonanza cognitiva» costruisce un parallelismo tra la disforia di genere e la condizione planetaria epistemico-politica contemporanea, che è una disforia generalizzata. Secondo Preciado la recente pandemia di Covid ha rappresentato un’opportunità e un catalizzatore: siamo di fronte, sostiene il filosofo, al più profondo cambiamento di paradigma degli ultimi sei secoli. Per questo può e deve generarsi una rivoluzione collettiva interiore che scardinerà il capitalismo cibernetico con i suoi binari che tanta violenza e tanto dolore hanno generato.

STRANIZZA, dello scrittore romano Valerio La Martire, pubblicato la prima volta nel 2013 e ripubblicato quest’anno da Rizzoli, si ispira ad un fatto di cronaca del 1980, l’uccisione a Giarre di due ragazzi di 25 e 15 anni, trovati morti l’uno abbracciato all’altro. Un delitto di chiara matrice omofoba che, complice l’omertà del paese, rimase senza un colpevole. Mentre la canzone di Franco Battiato, Stranizza d’amuri, pervade l’aria, Marco e Nino vivono un’estate d’amore, sognano che questa stagione possa trasformarsi in una vita intera, e vengono uccisi dall’odio cieco e immotivato che nasce dal pregiudizio.

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